Project Description
Bianca Corre
da Biancaneve dei Fratelli Grimm
Biancaneve è la fiaba che tutti credono di conoscere perché è stata rappresentata, ripresa, citata, interpretata, messa in parodia in mille film, spettacoli, aneddoti.
Per molti Biancaneve è la protagonista del cartone animato della Disney, una donna-bambina cristallizzata in un’immagine piena di farfalle e cerbiatti, diventata poi icona popolare nei “nani da giardino”.
Sono pochi, invece, quelli che conoscono e hanno letto il racconto originale dei fratelli Grimm, la storia in cui nasce questa figura divenuta poi quasi proverbiale e dalle infinite incarnazioni.
Una fiaba per bambini, certo, ma adatta anche agli adulti, con diversi possibili livelli di lettura, tutti da esplorare, e sorprendenti richiami all’attualità. Da questa riproposizione analitica del testo originale è nata una narrazione che pone interrogativi, a volte non risolti.
- Perché Bianca corre?
- Perché dice sempre di sì?
- Perché la sua innocenza suscita tanto l’amore come l’odio?
- Perché continua ad aprire la porta?
- La bellezza è benedizione o ossessione?
Dal punto di vista dell’allestimento Bianca corre mescola lo stile tradizionale della narrazione con le immagini rielaborate al computer e l’uso dei video e degli effetti sonori, in una scenografia che gioca sui colori base della fiaba – rosso, bianco, nero.
Il profumo delle mele offerte amabilmente da una vecchina che si aggira lentamente tra il pubblico (prima che lo spettacolo abbia inizio), mentre il suono di un temporale induce a chiedersi cosa stia accadendo, gli effetti sonori e il suono di un pianoforte che parte da melodie tratte dal repertorio classico , sono i suggestivi elementi che accompagnano lo spettatore attraverso un viaggio introspettivo tra il bene e il male.
Divertente, commovente, sottilmente inquietante, l’eterna storia dell’innocenza tradita e dell’invidia che finisce per distruggere se stessa rivive così in un’interpretazione insieme antica e innovativa, che tiene sempre presente la lezione di Italo Calvino, nella sua introduzione alle Fiabe Italiane.
“[Le fiabe…] Sono prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano …”
DURATA
60 minuti.
ADATTO a
bambini a partire dai 6 anni,
giovani e adulti, famiglie.
ESIGENZE
TECNICHE
per teatri e spazi similari.
SPAZIO
SCENICO
minimo profondità m 5,50 – larghezza m 6;
buio totale per retro-proiezione,
scaletta di collegamento platea-palco.
CARICO
ELETTRICO
Kw da 6 a 10 – presa da 32 a. trifase 3 p +n+t;
è disponibile anche in versione per piccoli spazi.
COSA DICONO GLI SPETTATORI
“È stato molto bello, anche se in un certo momento mi ha fatto paura. Brava!”
“Grazie delle emozioni che mi hai regalato. Sono una mamma. Buon lavoro.”
“Complimenti, verrò con i miei alunni.”
“Mi è piaciuto questo teatro.”
RECENSIONI
Lo spettacolo di Teatro del Rimbalzo “Bianca corre” dichiara dall’inizio che racconterà la storia originale dei Fratelli Grimm e non quella addolcita di Walt Disney. Ombretta Zaglio ( accompagnata dalla musica dal vivo di Luigina Ganau che avrebbe bisogno di maggiore visibilità), è unica interprete e ci introduce nel bosco insidioso della fiaba circolando muta tra il pubblico in platea, coperta da una mantella nera, con una maschera tanto bella quanto inquietante, distribuendo mele rosse dal suo cesto. La caratteristica di questa Biancaneve è prima di tutto cromatica: tutto è giocato sui tre colori base della storia: rosso (come il sangue), nero (come l’ebano), bianco (come la neve), costumi e oggetti sono di questi tre colori e creano una scena che ci fa concentrare sugli elementi simbolo: la mela, il pettine avvelenato, il nastro luccicante, ciò che sedurrà Biancaneve mettendo a rischio la sua vita. La versione Grimm permette di evidenziare la profondità dei concetti cardine: invidia, tradimento, sopravvalutazione della bellezza, abbandono. Il testo dello spettacolo propende per le spiegazioni psicanalitiche dei comportamenti di Biancaneve e della matrigna: l’una che non sa tenere chiusa la porta alle minacce a causa della noia e l’altra che che combatte senza scrupoli per mantenere il primato della bellezza, ciò che ha ottenuto con tanti sacrifici e che invece la protagonista ha in dono dalla natura. La bellezza è buona ma la bontà è noiosa? Il testo dello spettacolo guadagnerebbe in efficacia e in coerenza se ripulito da un paio di inserimenti, che appaiono posticci, di spiritosaggini un po’ facili stonate rispetto al resto. Il Teatro del Rimbalzo di Ombretta Zaglio ci offre uno spettacolo curato, pensato, raffinato, che merita senz’altro una menzione (anche se non ne ha ottenute in campo ufficiale) nel panorama teatrale visto a Torino.
L’alessandrino Teatro del Rimbalzo si è confrontato con i Fratelli Grimm per Bianca Corre recitata da Ombretta Zaglio, con la regia di Irina Favaro e la collaborazione di Adriana Zamboni; un lavoro che come è d’uso del Rimbalzo, ha uno sviluppo multimediale (di Andrea Romano), intrecciando elementi basilari, quali foglie, mele, scarpe, berretti, abiti, ad accorgimenti tecnici. La fiaba è poco edulcorata, è crudele ma toccante, Zaglio si moltiplica bene nella miriade di personaggi con l’aiuto di qualche maschera, qui si percepisce una cura certosina per i particolari ed una volontà di far girare una vecchia storia in versione arcaica.