Project Description
La leggenda di Aleramo
Leggenda medioevale sulle origini del Monferrato
É una leggenda medioevale sulle origini del Monferrato. Aleramo si distingue in battaglia, conquista l’amore della figlia dell’Imperatore e ottiene un marchesato per merito della sua astuzia … grazie ad un mattone …
Un misto di narrazione, rime, canto, scambi con il pubblico: una rivisitazione dell’arte dei cantastorie.
… Nobili dame, arditi cavalieri, vorrei narrarvi di Aleramo le gesta …
E’ una leggenda di gloria e d’onore, d’imperatori, dame e cavalieri, di un’avvincente storia d’amore e di una sfida tra uomini fieri …
Possibilità di più repliche nel corso della giornata.
Per Festival di strada é possibile aggiungere allo spettacolo intrattenimenti con il pubblico, fiabe personalizzate e brani di musica tradizionale.
DURATA
60 minuti.
ADATTO a
bambini a partire dagli 8 anni.
ESIGENZE
TECNICHE
si consiglia pedana rialzata.
Da concordare se fornita dalla compagnia.
SPAZIO
SCENICO
–
CARICO
ELETTRICO
–
COSA DICONO GLI SPETTATORI
“È stato molto bello, anche se in un certo momento mi ha fatto paura. Brava!”
“Grazie delle emozioni che mi hai regalato. Sono una mamma. Buon lavoro.”
“Complimenti, verrò con i miei alunni.”
“Mi è piaciuto questo teatro.”
RECENSIONI
Lo spettacolo di Teatro del Rimbalzo “Bianca corre” dichiara dall’inizio che racconterà la storia originale dei Fratelli Grimm e non quella addolcita di Walt Disney. Ombretta Zaglio ( accompagnata dalla musica dal vivo di Luigina Ganau che avrebbe bisogno di maggiore visibilità), è unica interprete e ci introduce nel bosco insidioso della fiaba circolando muta tra il pubblico in platea, coperta da una mantella nera, con una maschera tanto bella quanto inquietante, distribuendo mele rosse dal suo cesto. La caratteristica di questa Biancaneve è prima di tutto cromatica: tutto è giocato sui tre colori base della storia: rosso (come il sangue), nero (come l’ebano), bianco (come la neve), costumi e oggetti sono di questi tre colori e creano una scena che ci fa concentrare sugli elementi simbolo: la mela, il pettine avvelenato, il nastro luccicante, ciò che sedurrà Biancaneve mettendo a rischio la sua vita. La versione Grimm permette di evidenziare la profondità dei concetti cardine: invidia, tradimento, sopravvalutazione della bellezza, abbandono. Il testo dello spettacolo propende per le spiegazioni psicanalitiche dei comportamenti di Biancaneve e della matrigna: l’una che non sa tenere chiusa la porta alle minacce a causa della noia e l’altra che che combatte senza scrupoli per mantenere il primato della bellezza, ciò che ha ottenuto con tanti sacrifici e che invece la protagonista ha in dono dalla natura. La bellezza è buona ma la bontà è noiosa? Il testo dello spettacolo guadagnerebbe in efficacia e in coerenza se ripulito da un paio di inserimenti, che appaiono posticci, di spiritosaggini un po’ facili stonate rispetto al resto. Il Teatro del Rimbalzo di Ombretta Zaglio ci offre uno spettacolo curato, pensato, raffinato, che merita senz’altro una menzione (anche se non ne ha ottenute in campo ufficiale) nel panorama teatrale visto a Torino.
L’alessandrino Teatro del Rimbalzo si è confrontato con i Fratelli Grimm per Bianca Corre recitata da Ombretta Zaglio, con la regia di Irina Favaro e la collaborazione di Adriana Zamboni; un lavoro che come è d’uso del Rimbalzo, ha uno sviluppo multimediale (di Andrea Romano), intrecciando elementi basilari, quali foglie, mele, scarpe, berretti, abiti, ad accorgimenti tecnici. La fiaba è poco edulcorata, è crudele ma toccante, Zaglio si moltiplica bene nella miriade di personaggi con l’aiuto di qualche maschera, qui si percepisce una cura certosina per i particolari ed una volontà di far girare una vecchia storia in versione arcaica.